Circa 60 idee per migliorare la qualità della vita nel nostro territorio. Alcune più fumose, altre più chiare e dettagliate, alcune semplici, altre più articolate. Molte simili.
Per non sprecare ancora una volta questa fucina di più o meno visionarie immagini di una città vivibile, bensì sottolineandone la totale potenzialità di realizzazione proporrei che, aldilà delle tre che saranno scelte, sarebbe interessante passare ad un’ipotetica fase 2 di Post in cui dall’idea di un iniziale inevitabile contenitore di idee, tante e diverse purché siano, si traghettassero tutti i progetti , suddivisi per temi, verso l’ipotesi di una potenziale realizzazione, condivisibile attraverso un tavolo di confronto archiviato e organizzato in un sito web consultabile on line da tutti in modo che:
– nessuna idea vada dispersa.
– sia data a ciascuna idea la possibilità di trovare integrazione, collegamento e approfondimento con altre.
– la costituzione di gruppi di lavoro potrebbe far circolare nuove sinergie.
– comincerebbe a radicalizzarsi l’idea che ogni progetto di rilancio si arricchisce solo col contributo delle idee degli altri e non in alternativa a (mi riferisco in particolare al turismo, ai progetti dei giovani balneari che potrebbero, a discapito di nessuno, integrarsi con i progetti di spiagge libere attrezzate a agli albergatori affinché vedano nell’idea di coniare un nuovo linguaggio dell’ospitalità, workinhostel , turismo tutto l’anno ecc, la possibilità di un rilancio anche imprenditoriale).
Gli interventi, possono essere in una prima fase divisi in due grandi gruppi.
– idee per il recupero e la valorizzazione o riqualificazione dell’esistente (arte, urbanistica, cultura, ambiente, turismo,rapporti umani).
– metodologie per il miglioramento della visibilità e fruibilità di quanto sopra.
All’interno di questa scansione di base, cercherei di valorizzare in particolare quanto è venuto dai bambini e dai giovani: molte delle idee che ho sentito proporre da loro si legano a quanto molti di noi meno giovani un tempo hanno sognato e a cui da tempo hanno rinunciato per questa città. Il filo che si dipana quindi fornisce un’idea della rinascita della città coerente con i soggetti che la abitano e storicamente determinata.
Lo sguardo fresco dei bambini e delle bambine, con i loro pesci parcheggiati nelle vasche, le indicazioni di cartapesta agli angoli delle strade, i muri dipinti e molto altro ci riconsegna all’idea della semplicità delle possibili e infinite soluzioni.
I giovani (ragazzi e ragazze) che sentono la necessità di parlare del ’68, ci restituiscono un’immagine con la quale è ancora importante confrontarsi. E poi il risanamento del lungocanale in una dimensione culturale, artistica, culinaria fortemente identitaria del “bioma” darsena, l’essenza del legno come filo conduttore di una città che unisca tradizione e innovazione, la street-art, il festival delle arti di strada così legato alla nostra tradizione e molto altro ancora.
Tra le tante idee ricordo volentieri quella che prevede l’utilizzo dei venditori ambulanti per lavori pubblici di pulizia e sistemazione, pagati da sponsor visibili (su magliette colorate).
Consapevole che questa enorme barca d’idee potrebbe rischiare non solo di naufragare nell’immenso mare di lacci e lacciuoli burocratici e normativi, ma urtare violentemente contro l’enorme scoglio del pre-esistente/non-esistente, ritengo valga la pena, dopo aver ascoltato le voci dei suoi viaggiatori, tentare, come il meraviglioso Ulisse dantesco che ieri ci ha regalato POST*, fare dei remi “ali al follo volo”.
Elisabetta Lembi
(*) “POST – Forum di creatività territoriale” si è svolto ieri al Centro Congressi Principe di Piemonte di Viareggio.