Mio nonno Alessandro, che non ho conosciuto direttamente, era infermiere all’ospedale di Recanati. Morì prima che io nascessi. Ricordo che quand’ero un bambino di pochi anni sua moglie -mia nonna Genoveffa, un autentico monumento di napoletanità- riceveva praticamente ogni sabato il saluto e l’omaggio di gente comune, i più erano contadini.
Polli e uova erano parte integrante di quel saluto e di quell’omaggio, e non erano mazzette di deferenza equivoca, erano attestati di riconoscente tenerezza in ricordo del nonno e della sua umanità. Più volte nel corso degli anni mi è ritornato quel ricordo, ed ho pensato che non ho mai conosciuto infermieri a cui venisse offerto quel tributo di memoria. Altri tempi e altra Sanità.
Oggi Roberto avrebbe compiuto 52 anni, in altri tempi e con un’altra Sanità. Ciao Roberto, e scusaci se siamo impegnati a parlare dell’Isis invece di conservare il rispetto per la vita dignitosa delle persone.
Ciao Roberto, ciao.