Malgrado la pioggia, forza Tritolo, noi siamo con te!
E ricorda che qui hai lasciato un deserto
(seppure solare)
di chiacchiere rabbiose
Malgrado la pioggia, forza Tritolo, noi siamo con te!
E ricorda che qui hai lasciato un deserto
(seppure solare)
di chiacchiere rabbiose
“Antonio Ramirez di Montalvo, di origine spagnola, era il primo cameriere della corte del Granduca Cosimo I de’ Medici. Il suo servizio a corte fu senz’altro quello maggiormente premiato dal Granduca, che gli fece dono di una casa torre in questo sito appartenuta alla famiglia Bonafede, alla quale il Ramirez poté presto aggiungere due altre case attigue da lui acquistate dai Pazzi e degli Adimari e un terreno lungo la strada.
Fu così che nel 1568 il Granduca gli fornì il suo architetto di corte Bartolomeo Ammannati, materiali pregiati (come i legni per il tetto e per gli infissi) e anche un consistente aiuto in denaro per la realizzazione di un nuovo palazzo che sorgesse al posto delle case acquistate.
Per la facciata vennero disegnati dei magnifici graffiti, progettati da un altro artista di corte, Giorgio Vasari, su indicazioni iconografiche di Vincenzo Borghini. Pare che alla realizzazione partecipò anche il giovane Bernardino Poccetti, poi richiestissimo affrescatore per numerosi edifici fiorentini. Il tema dei graffiti è la celebrazione della vita del proprietario, che con le sue imprese reca omaggio al Granduca. Lo stemma dei Medici campeggia infatti sulla facciata in ringraziamento all’artefice della fortuna del proprietario.”
[da Wikipedia]
Purtroppo attualmente qualcuno ha pensato di “esprimersi” graffitando la facciata, convinto certamente di suscitare validi giudizi sulle sue affatto nascoste capacità (mentali).
C’era una volta un avvocato,
uomo integerrimo, quasi un soldato
del suo esclusivo interesse privato.
E’ vero, direte, aveva giurato
sull’altare sacro della legge di stato.
“Proteggerò il gregge, non c’è alcun problema,
e la lingua mi aiuta purché biforcuta.
Governo la legge perchè tu mi tema,
ingarbuglio le carte e manovro la sorte,
m’inchino alla corte e spremo il mio gregge:
le pecore morte durante il percorso
son già fuorilegge. Dio mio che spavento!
Che rischio che ho corso!
Clienti di merda, non ho alcun rimorso!”