Fin dalla prime battute di Ettore Scola sul palcoscenico del Politeama, ho pensato distrattamente – perché confesso la scarsa attenzione che ho prestato alle stesse – alle polemiche suscitate dalla volontà di conferirgli la cittadinanza onoraria di Viareggio.
Viareggio, EuropaCinema: cittadinanza onoraria a Ettore Scola
Per un attimo mi sono chiesto se la natura polemica potesse vertere esclusivamente sul fatto di dargliene 1 o 3 (la soluzione più tifosamente calcistica).
Viareggio, EuropaCinema: cittadinanza onoraria a Ettore Scola
Viareggio, EuropaCinema: cittadinanza onoraria a Ettore Scola
In realtà ho capito che era polemica di intelligenza: da una parte gli “idioti” che si opponevano all’onorificenza e dall’altra gli “avari” che gli hanno tributato “un solo onore”…
Viareggio, EuropaCinema: cittadinanza onoraria a Ettore Scola
Viareggio, EuropaCinema: cittadinanza onoraria a Ettore Scola
Si, perché alla fine della proiezione del suo omaggio all’amico Fellini, Scola si rivela uomo dal cuore enorme (forse lo sapevamo già dalla sua filmografia) e testimone ultrafine di una modalità affettiva fondamentale che si chiama amicizia: dunque di cittadinanze orarie ne meritava 3! Sono valori oggi dimenticati.
Viareggio, EuropaCinema: cittadinanza onoraria a Ettore Scola
Ora mi commuovo. Conoscevamo tutti l’importanza di Scola come regista, un po’ meno forse sapevamo dell’abilità di Scola nel rappresentare e mostrarci la possibilità di nobilitare il termine “complicità” (intellettuale) e strapparlo all’uso distorto con cui oggi il mondo politico in particolare ce lo suggerisce: solo nel senso di “collusione” (materiale). Grazie Scola, grazie Viareggio: Viareggio era la meta.