Archive for the ‘umani’ Category

È passato un Ventennio. Quasi. Cosa modesta.

domenica, Febbraio 10th, 2013

Nelle ultime settimane della seconda guerra mondiale, quando Hitler, chiuso nel bunker, si preparava al suicidio, Bormann e Goering intrigavano e bramavano, l’un contro l’altro, per prenderne il posto. La Germania era in ginocchio, i russi alle porte di Berlino, il Terzo Reich alla fine, ma gli alti papaveri del nazismo, quasi non si accorgessero che tutto stava crollando, non rinunciavano a battersi per un potere inesistente. La stessa impressione che danno i politici di seconda schiera della partitocrazia che, in queste settimane e mesi, hanno ingaggiato una lotta sorda per sostituirsi alle leadership morenti:[…]
La nostra classe dirigente non sembra rendersi conto che agli italiani non interessano i problemi interni di partiti ai quali non credono più, le loro alleanze, presenti e future, i loro ridicoli e offensivi progetti di autoriforma (che sarebbe come dire che il ladro concede, graziosamente, di non rubare più). Ciò che gli italiani vogliono, puramente e semplicemente, è che i partiti sloggino da tutte le istituzioni e i luoghi che hanno indebitamente occupato. E non affideranno certamente quest’opera di rifondazione del sistema, che poi non è che un ritorno alla Costituzione e alla legge, a coloro che lo hanno affossato, non foss’altro perché, come scrive Bocca, “non si affida la ricostruzione di un’azienda che ha fatto fallimento a coloro che l’hanno fatta fallire“.
Perciò sarebbe veramente paradossale se dopo vent’anni di malgoverno, di ruberie, di prepotenze, dopo i pesanti sacrifici che ci sono e ci saranno richiesti per sanare una situazione di cui questa classe politica è pienamente responsabile, ci trovassimo, come tutto risultato, ad avere al posto dei Craxi, dei Forlani, degli Occhetto, i Martelli, i D’Alema, i De Mita cioè, per restare alla metafora, i Bormann e Goering di casa nostra.
[da “L’Europeo”, il Conformista, 25 settembre 1992]

massimo fini

Massimo Fini, il Conformista

Non me ne voglia Massimo Fini se mi permetto una lunga citazione da un suo articolo di vent’anni fa perfettamente attuale. È vero, non sempre riesco ad aderire alle sue civili crociate e confesso che a volte non ne colgo appieno la profonda complessità ma – mi chiedo –  come si possa non cogliere il suo gesto guascone di sollevare la verità con onore dolore e dignità. Parole desuete ormai, parole da cui ci hanno allontanato con una trincea di giocattoli fragili e di promesse non mantenute. E ancora oggi provano a distoglierci con una velata accusa di parricidio o – in alternanza – continuando a massaggiarci la pancia (certi che – leopardianamente – la natura umana è cosa modesta).

Lo scoglio del Giorno della Memoria

domenica, Gennaio 27th, 2013

L’odierna inequivocabile assunzione di responsabilità da parte della cancelliera tedesca Merkel ci conduce alla separazione tutta italiana tra verità e memoria. Mentre premetto che non approvo lo stile adottato ed indicato dalla Germania nell’attuale contesto sociopolitico europeo attraverso la sua cancelliera, cercherò di spiegarmi meglio.

spaghetti allo scoglio

La signora Merkel ricorda ai suoi concittadini ed al mondo intero l’oggettiva responsabilità della Germania per la morte di alcuni milioni di esseri umani nella Seconda Guerra mondiale e per l’ignominia dell’Olocausto. Senza incertezze e senza scuse. A perenne monito e per la veritiera consapevolezza del popolo tedesco. I più maliziosi sosterranno che tale dichiarazione contribuisce nel presente ad attenuare l’immagine egoistica e mentalmente rigida che oggi definisce la Germania in Europa. Bene.

La signora Merkel sottolinea come tutta la nazione tedesca abbia contribuito e partecipato all’orrore (aggiungo: senza scusanti e senza attenuanti fornite dal dissenso verso quel progetto – politico e militare – omicida).

E qui veniamo al nostro beneamato paese e ai suoi abitanti, gli italiani. I termini con cui storicamente e politicamente ci confrontiamo con la stessa questione sono ambigui sfuggenti vili.

La nostra Sinistra in primis continua ad officiare la falsa omelia di un intero popolo in lotta contro il nazifascismo, la celebrazione delle anime belle (e con le palle) che hanno saputo e voluto combattere la declinazione italiana del vergognoso patto italo-tedesco. Storicamente mi pare che i numeri relativi agli oppositori siano inferiori all’1%, e si tace su quella che era la reale situazione dei fatti: il popolo italiano era ed è stato interamente consapevolmente vantaggiosamente fascista almeno fino a quando non è risultato conveniente essere antifascista.

È probabile che – almeno all’inizio – l’antifascismo sottolineato e ribadito con veemenza dai nostri padri costituenti sia stato utilizzato come una sorta di mantra esorcistico verso il disastro civile e militare a cui il fascismo ci aveva condotto, ma successivamente – e per diversi anni – il numero di coloro che dichiaravano il loro “antico” antifascismo e la loro partecipazione alla Resistenza superava… la somma dei cittadini italiani.

Ritorno bruscamente all’oggi, ai miei quasi sessant’anni vissuti a sinistra con onestà civile ed intellettuale, alla giovinezza attraversata dal fuoco dell’entusiasmo partecipativo ed alla voglia di incendiare il mondo per cambiarlo, alla rassegnata e cinica osservazione degli ultimi anni, agli errori fatti e alle “scorciatoie per la felicità” ottusamente perseguite e

CHIEDO

in questa fase acuta d’agonia del villaggio sociale che la sinistra (la sinistra in cui ho creduto e in cui vorrei credere ancora) ed il suo management politico (la “nomenklatura“, come si usava dire) metta crudamente e senza attenuanti o alibi sul piatto del giudizio storico il proprio operato di ieri di oggi e di domani.

Un nuovo mondo e una nuova socialità saranno possibili solo quando non si accetteranno salvacondotti per nessuno e ognuno di noi sarà giudicato in base alle capacità di fare ed a ciò che ha fatto.

 

Buon Anno agli amici e pure a Vitellozzo

lunedì, Dicembre 31st, 2012

I giornali odierni ci informano che la signora Cancelliera Merkel-Vitellozzo ha ricordato a tutti anche in quest’ultimo giorno dell’anno che nel prossimo 2013 vivere sereni in questa nostra comune terra d’Europa sarà dura: insomma anche quest’anno (suggeriti) terremo bene a mente che dovremo morire! Sì, sì …no… m’o me lo segno, proprio… c’ho una cosa… non vi preoccupate….

giuseppe bergomi, pietrasanta

giuseppe bergomi, pietrasanta

Venendo a cose più serie, questa data da sempre rappresenta per me l’irrinunciabile momento del ricordo degli altri, degli affetti che ci circondano e di quelli che non sono più con noi. Il ricordo della presenze che mi hanno lasciato finisce con l’evocare malinconie e sorrisi, rabbie e comprensioni postume: nessuno potrà mai cancellare le relazioni d’amore e d’amicizia che ho avuto la fortuna di vivere. Il mio buon anno va a tutti coloro che si sono spesi per insegnarmi a vivere e a tutti coloro che mi hanno aiutato a sbagliare.

PS: auguri Roberto!

viareggio, stadio dei pini

viareggio, stadio dei pini