Dipingere con l’alucce (1)

Gennaio 27th, 2019

Questa è una foto mossa. Una foto del cazzo, tutta intenzioni e niente risultato.
Se la chiamate che so’ “Sacro Graal”, e ne fate diverse, potete farci una mostra e sentirvi tanto profondi e tanto artisti.

Anche voi dipingerete con l’alucce (da pronunciarsi con la boccuccia a culo di gallina).

una foto del cazzo

Proverbi

Settembre 5th, 2016

“A cattivo lavoratore ogni attrezzo da dolore”

Mi sono imbattuto casualmente in questo proverbio (che non conoscevo come tale, ma che conoscevo nella sostanza riferito alla mia esperienza personale e professionale) e ne discutevo superficialmente con un caro amico al telefono. Abbiamo concordato facilmente su una verità pragmatica: oggigiorno, riuscire a trovare persone capaci di fare bene quello per cui sono remunerati è diventato un viaggio avventuroso come la ricerca del Sacro Graal.
Voglio chiudere con una barzelletta che condivido e approvo per intero: “dietro ad ogni richiesta di diritti dovrebbe esserci una buona pratica quotidiana di doveri”, fine della barzelletta.
La definisco così perché così è interpretata dai più ogni giorno che passa, una barzelletta detta per sorridere fra sinistri amici.
Divertente, la barzelletta, no?

asilo infantile

Partigiani sempre (H24)

Agosto 10th, 2016

Questa sera, in un ambiente caldo e conviviale per gran parte del tempo, ho provato una grande delusione, un’amarezza profonda che non mi sarei mai aspettato con quell’intensità e in quel contesto.
Mai come a Viareggio ho collezionato in breve tempo una serie di minacce, fisiche intendo. Mi sorge spontaneo pensare che questa caratteristica possa essere una componente della “viaregginitudine” (come il buco di bilancio di circa 250 milioni di euri, che tutti disconoscono e che pure resta un fatto).
In generale, le minacce sono offerte da due categorie umane: dagli ambienti malavitosi di bassa forza oppure dagli ambienti in cui la distribuzione dei neuroni è stata avara. Spesso le due condizioni si sovrappongono.
partigiani_sempre050Imboccare in giovane età una strada apparentemente più breve, una scorciatoia, può essere comprensibile anche se non si riesce sempre a giustificarla, in particolare quando le conseguenze di quella “scorciatoia” risultano particolarmente odiose.
Convincersi e tentare di convincermi che “so’ ragazzi, forse hanno bevuto, forse so’ stanchi” è un modo goffo e complice di minimizzare il valore di certe espressioni e –più in generale– conferire alle parole il valore di un rumore, di una scorreggia. Purtroppo personalmente credo che come antidoto all’ascolto obbligato di inesattezze irresponsabili occorrerebbe far pagare un tanto a sillaba, in denaro o in lavoro. Questo intendere la democrazia come la condizione in cui ognuno è irresponsabilmente libero di parlare di ciò che non conosce, di “tifare il pensiero” (spesso di altri), mi trova e mi troverà sempre in disaccordo.
Da qualcuno, senza fretta, mi sono aspettato e mi aspetto delle scuse pubbliche (che non verranno, credo) perché pubblico è stato il suo manifestarsi.

PS:
1) l’uso degli argomenti-scudo (fatto di retorica degli sfruttati, degli indifesi, dei disperati ecc ecc) con me che “sottoproletario lo nacqui” (direbbe il grande Totò) costituisce solo un’aggravante.
2) qualcuno si fanculizzi da solo, io con rammarico ho altro da fare.