La Fotografia e la “botta di culo”

Caro Silvio Bandinelli,

Osmannoro (Sesto Fiorentino)

Osmannoro (Sesto Fiorentino)

non puoi immaginare quanto ti sono grato per l’acutezza del tuo commento. Ben cosciente del fatto che quando si parla di culo tu rappresenti un’autorità indiscussa (ricordi?… ho avuto la fortuna di vederti crescere fino alle più alte vette del cinema hard), colgo al volo la tua “provocazione” per esternare a te e a quelli che stimo alcune considerazioni private sulla compulsività fotografica di massa.
1) almeno l’80% delle immagini decenti che circolano in rete sono frutto del culo in tutti i sensi, ovvero della fortuna di essere testimoni di un qualche “evento” producendo l’unico risultato possibile: della merda.
2) il gesto del fotografare è inevitabilmente figlio del numero dei neuroni contenuti nella testolina dell’autore-consumatore (che così facendo alimenta ed incensa egotisticamente il proprio piacere, strizzando contemporaneamente l’occhiolino alla propria cerchia di decerebrati di riferimento)
3) come ben sai (da esperto uomo di comunicazione quale sei), viviamo in un’epoca in cui l’imperativo è guardare ma l’obbligo è il non vedere (e questo, ne converrai, fa il paio con la considerazione che nell’epoca in cui si costruiscono le migliori memorie digitali, l’uomo normale – quello che si “esprime” col nuovo “palmarino” – non ricorda neppure il nome improbabile dei suoi figli… sic!)
4) tralasciando – per ora – il 20% restante (composto di una schiera eterogenea fatta di professionisti, dilettanti-lettori-evoluti, alfabetizzati-visivi, fortunati, ecc), arrivo ad un punto dolente che mi fa sanguinare l’anima e mi fa salire il sangue al cervello. Mi spiego. Sto parlando del più grande furto di massa di immagini che la storia ricordi: un intero universo di guardoni (“voyeur” è parola troppo colta e intellettualmente sottile per essere compresa dai più), visivamente analfabeti e volgari che si scambiano figurine senza neanche saperle leggere. A mio avviso, una piaga infetta e apparentemente senza rimedi.
5) E sai caro Silvio perché – da fotografo – mi viene da sorridere? Perché provo a immaginare il giorno in cui sarà un’altra professione ad essere saccheggiata, che so, il ginecologo (ops! non posso dirlo a te, scusami:), il becchino, l’oncologo, il killer, il notaio, l’avvocato, il giudice… capisci bene che a declinare in fondo la mia malata fantasia finisci col rotolare in terra dal ridere…
6) la foto che ri-publico, accompagnata da alcune varianti, è fatta col cuore (che con il culo ha solo tre lettere in comune) e con la meraviglia di fronte allo spettacolo di una natura che ogni giorno – involontariamente – ci da prova provata che noi piccoli umani non siamo nulla, anzi – parafrasando il celebre Marchese del Grillo – lasciami dire che la natura è la natura e noi non siamo un cazzo. L’intera nazione è lì a dimostrarlo ogni giorno…

PS: dedico a te (amico lontano) e alla mia amica Peggy (donna romantica e amante delle luci con “effetto-dio”) questi poveri scatti con botta di culo, catturati in uno dei tanti ingorghi dell’Osmannoro conditi con le migliori bestemmie toscane. A presto, Karlo

Osmannoro: il Castello dei Consumi

Osmannoro: il Castello dei Consumi

Osmannoro: il villaggio dei Grulli

Osmannoro: il Castello dei Consumi

Osmannoro: il villaggio dei Grulli

Osmannoro: il villaggio dei Grulli

Osmannoro: il villaggio dei Grulli

via dalla grulla folla

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